I NEURONI VS. ZUCKEMBERG: Come le nuove forme di memoria collettiva influenzeranno il nostro modo di ricordare nel futuro
L'arrivo della nuova funzione Diario di Facebook, che evidenzia in modo chiaro lo scorrere delle nostre vite digitali, mi ha portato a soffermarmi su quello che nostro modo di pubblicare informazioni e contenuti influenzerà la nostra memoria.
Le foto, gli scambi di informazioni e quant'altro più o meno futile inseriamo, spesso in tempo reale e senza dare troppa importanza alle conseguenze, sui social network di oggi ce lo ritroveremo tale e quale tra 10, 20 o 50 anni, senza modifiche - a meno di ripensamenti o cancellazioni. Confrontando ipoteticamente la nuova memoria social/alverare con la ns. traballante memoria biologica dovremmo forse ragionare su questo: i nostri ricordi (la cui formazione, mantenimento e funzionalità risultano ancora quasi sconosciuti alla scienza) sono suscettibili di modifiche, cancellazioni ed influenze che vanno al di là della nostra volontà. Anche se i progressi della scienza fossero tali da permetterci un qualche miglioramento delle nostre capacità cognitive riguardanti il ricordo; difficilmente a breve potremo avere un controllo quale in effetti ci è dato dalle nuove tecnologie. In effetti i limite che ora ci si trova davanti ad una ipotetica “memoria totale informatica personale” stanno nelle modalità di inserimento dei dati (che ancora oggi ci costringono a tastiere, mouse e interfacce lente e di vecchia generazione) e nella lentezza di inserimento dei dati. Presto però la situazione poterebbe cambiare, immaginate una videocamera minuscola che potremmo portare sempre con noi perennemente accesa a filmare x intero in tempo reale affiancata da un programma di riconoscimento vocale atto a registrare al volo i vostri commenti: cosa impedirebbe di caricare questa immensa mole di dati in formato digitale e crearsi una sorta di memoria alternativa – condivisa e quindi pubblica- che ci accompagnerebbe x tutta la vita andando a creare una sorta di “megadiario”della nostra esistenza? Molti si chiederanno sicuramente cosa potrebbe spingerci a questo comportamento: ma il web 2.0 ha dimostrato che creatività e messa in mostra di sé e delle proprie qualità sono un'esigenza diffusa; la possibilità di accedere a questa nuova forma di “autopromozione” dataci dalle nuove tecnologie ci apre nuove possibilità e porta con sé naturalmente conseguenze di vario tipo.
Fino ad ora l'uomo ha convissuto con ricordi frammentari, confusi, magari falsati dal tempo e dal nostro inconscio; gli scambi di informazioni avvengono per lo più in forma verbale solo la forma scritta ci salva da errori e dimenticanze, ma viene utilizzata solo in ambiti più formali o per utilità pratica (chi non ha decine di post-it e fogliettini scarabocchiati di fretta x aiutare la propria memoria di cui non ci si fida?). Le gestione digitale di una parte sempre maggiore delle nostre attività di ricordo influirebbe pesantemente sulla nostra vita quotidiana. Pensando a come il nostro modo di vita sia cambiato adattandosi alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia (pensiamo all'automobile e a tutto quello che ha portato l'adozione generalizzata di questa tecnologia) dovremmo considerare di trovarci di fronte a nuovi paradigmi che modificheranno profondamente il nostro modo di vivere e anche la nostra “forma mentis”.
Questa mole di ricordi “fossilizzati” dalla digitalizzazione sempre più spinta di tutto quello che in nostri sensi (e non solo quelli) percepiscono si accompagnerebbe o andrebbe a sostituire i ricordi che naturalmente ci portiamo dietro? Saremo inondati di informazioni digitali, create da noi o dai nostri amici che andranno a smentire, confermare e spesso a ricreare del tutto parti della nostra memoria andata persa. Forse ora non succederà ancora molto spesso in quanto la possibilità tecnologica ci è data da poco tempo, ma col passare degli anni la situazione potrebbe cambiare drasticamente: presto potremmo affidarci un sito (o altra tecnologia) per ricordarci quanti anni fa abbiamo fatto una bella vacanza e con chi. Il processo potrebbe essere più esplosivo di quanto si possa immaginare: la comodità ed il fatto che le informazioni non perdano qualità con il passare del tempo prenderanno il sopravvento in men che non si dica sulla nostra memoria biologica.
Discorso molto spinoso e da approfondire -magari in altro momento- il fatto che i dati che ci riguardano non sono in nostro possesso (almeno non solo), ma sono stoccati in luoghi a noi sconosciuti ed inaccessibili, ma probabilmente non così e sicuri come pensiamo. Sappiamo che le informazioni digitali sono suscettibili di manipolazioni e cancellazioni e che sono dipendenti dalla tecnologia a cui si appoggiano (come le informazioni sulla carta dipendono dal supporto fisico: se va a fuoco un libro o un hard disk si perdono le informazioni contenute al suo interno). Le nuove nuvole contenenti la nostra memoria futura (almeno per la parte che decidiamo di affidar loro) sono gestite da entità economiche in un mondo dominato dal denaro e dal potere: non ho dubbi sul fatto che se un domani fosse necessario manipolare questi dati a fronte di interessi economici, di potere o altro, potemmo ritrovarci con un bel po' di "ricordi" non precisamente aderenti alla realtà.
Ghirosky
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aggiunta di M.T.
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aggiunta di Fox
Caro Girosky, interessante il tuo punto di vista.
Temo però che tu abbia tralasciato alcuni elementi fondamentali che confutano quanto hai scritto.
La memoria collettiva che tu ipotizzi già esiste.
E' scritta nel nostro DNA, ed ha permesso ad organismi monocellullari, di arrivare tramite opportune trasformazioni a noi....
Un altro elemento fondamentale che caratterizza l'uomo è la condivisione delle informazioni.
In questo caso posso concordare con te.
Negli ultimi 100 anni abbiamo avuto la maggior parte del progresso tecnologico dalla comparsa dell'uomo sulla terra.
Conseguentemente anche la condivisione delle informazioni si è accresciuta in maniera esponenziale.
Da questo punto di vista ci possiamo considerare come un organismo unico...
Però in tutto il contesto di cui ragioniamo tieni conto che due terzi della popolazione mondiale non ha accesso all'acqua.... quindi parlare di tecnologia riguarda una piccola percentuale dell'ambito "uomo".
La creatività è una delle caratteristiche dell'uomo, ma non dimenticare che si esplica tramite strumenti, legati al periodo storico, al contesto societario ed a i conseguenti cambiamenti della società.
D'altra parte l'artista non fa altro che impiegare gli strumenti che ha a disposizione per esprimere il suo sentire, il suo vedere la società contemporanea. Se il suo sentire è troppo "avanti" non verrà compreso, su questo concetto non mi voglio dilungare perchè penso tu abbia capito dove voglio arrivare.
Se quindi partiamo dalle pitture rupestri, arriviamo oggi a tutti i mezzi tecnologici di cui l'artista sente la necessità di impiegare.
Sono stato al MOMA di NewYork. In esso vi sono contenute le avanguardie delle espressioni artistiche moderne, che spaziano dall'architettura, al design, alla fotografia, alla pittura alla scultura, al web e così via.
Ma alla base di tutto vi è sempre l'uomo.
Penso in sostanza che le memorie contenute in ciò che Zuckemberg a creato, siano alla stregua delle ricette della nonna contenute nella biblioteca dei Musei Capitolini.....
Sicuramente un'espressione della NOSTRA società in QUESTO periodo, ma relegata solo ad esso e a chi ne ha accesso.
Un fenomeno sociale sicuramente, ma non paragonabile ad esempio alla scomparsa del sistema comunismo, ed alla crisi sistemica del capitalismo, che stiamo affrontando ai giorni nostri.
Vi è inoltre un'altra considerazione da fare.
L'accesso alle risorse telematiche è ancora fortemente relegato a pochi paesi nel mondo, cioè non esiste ancora quella vera globalizzazione "sine qua non" si possa attuare quanto tu hai esposto, si calcola che ci siano un "solo" miliardo di pc.
L'idea di digitalizzare i ricordi secondo il mio punto di vista incontrerebbe forti resistenze.
Il fatto ad esempio che la nostra vita sia più sedentaria rispetto a quella dei nostri bisnonni non ha impedito alle persone di sentire la necessità di fare più moto magari iscrivendosi ad una palestra.
Ti invito a leggere:
https://it.wikipedia.org/wiki/Facebook
Dove forse viene chiarito meglio il concetto di ciò di cui facebook si occupa, letto questo penso sia imparagonabile con questo: https://it.wikipedia.org/wiki/Rete_neurale e con il concetto di reti neurali:https://it.wikipedia.org/wiki/Rete_neurale
Considero invece questa opzione: l'uomo ha raggiunto l'apice della catena evolutiva e più di così fisicamente non può andare, penso che la nuova evoluzione sia nel pensiero, che i nuovi uomini saranno in grado di generare.
Se vuoi approfondire ti rimando a questo link:https://www.fondazionesilviamontefoschi.it/fondazione_silvia_montefoschi_il_manifesto.php
Ciao
Fox
risposta a FOX da Ghirosky
Mi trovo d'accordo con te sulle valutazioni etiche e morali che leggo nella tua risposta, ma la mia era una provocazione su una ipotesi -se vogliamo più tecnica- in merito a quello che comporterebbero alcune innovazioni tecnologiche, di come andrebbero ad influenzare tanta parte della nostra esistenza. Preciso che non è una mia speranza quella che si avveri, ma andrebbero prese sul serio alcune conseguenze.
Sua altri punti della tua risposta vorrei rispondere più precisamente:
1 - "La memoria collettiva che tu ipotizzi già esiste......sta' scritta nel nostro DNA, ed ha permesso ad organismi monocellullari, di arrivare tramite opportune trasformazioni a noi...."
Io non escludo dal mio discorso l'informazione biologica che ha portato l'evoluzione fino a noi; la mia è una valutazione di quello che potrebbe succedere d'ora in poi. La velocità di cambiamento che la razza umana è riuscita coscientemente (in altri casi involontariamente) ad imprimere al mondo che ci circonda è superiore a quella che la biologia/natura aveva "imposto" agli esseri viventi. I cambiamenti climatici, le specie in estinzione, le modifiche morfologiche di aree geografiche enormi testimoniano l'impossibiltà della natura di adeguarsi a cambiamenti così drastici e su vasta scala (se non in tempi molto lunghi). Mi collego con questo alla tua ultima frase : ".. l'uomo ha raggiunto l'apice della catena evolutiva e più di così fisicamente non può andare, penso che la nuova evoluzione sia nel pensiero, che i nuovi uomini saranno in grado di generare"; non credo che l'evoluzione sia finita (soltanto non la percepiamo a causa della "lentezza" di quest'ultima rispetto alle nostre vite), potremmo però essere alle soglie di cambiamenti che potrebbero gestire "esternamente" la nostra evoluzione. Questo a mio avviso è il nocciolo della questione.
2 - "Sicuramente un'espressione della NOSTRA società in QUESTO periodo, ma relegata solo ad esso e a chi ne ha accesso.... due terzi della popolazione mondiale non ha accesso all'acqua.... quindi parlare di tecnologia riguarda una piccola percentuale dell'ambito "uomo".
Sulla distribuzione delle richezze e alla possibilità di usufruire e gestire le informazioni hai ragione se valutiamo i numeri in senso assoluto, ma questo non influisce sull'ipotesi presa in esame. I paesi sottosviluppati non hanno accesso alle risorse e non sono considerati mercati interessanti per molti aspetti economici, ma questo non impedisce che vengano sfruttati e che patiscano le conseguenze del cambiamento "imposto" da paesi e lobbies ricchi e potenti. Inquinamento, riscaldamento globale e altre tristi conseguenze su vasta scala del "mondo moderno" colpiscono tutti indiscriminatamente a prescindere dalle utilità e ricchezze che un gruppo percepisce. Il cambiamento non "aspetta" e "non guarda in faccia nessuno".
3 - "Un fenomeno sociale sicuramente, ma non paragonabile ad esempio alla scomparsa del sistema comunismo, ed alla crisi sistemica del capitalismo, che stiamo affrontando ai giorni nostri.Penso in sostanza che le memorie contenute in ciò che Zuckemberg a creato, siano alla stregua delle ricette della nonna contenute nella biblioteca dei Musei Capitolini.....L'idea di digitalizzare i ricordi secondo il mio punto di vista incontrerebbe forti resistenze."
Sicuramente stiamo parlando di eventi non facilmemente "collegabili", ma ogni paradigma che segna un'era non sarebbe possibile senza il "progresso" su cui poggia le basi: sulla luna nn ci simo andati x milleni, quando la tecnologia e il trattamento dei dati ecc. lo ha permesso lo abbiamo fatto (le possibilità di andare nello spazio la hanno ben pochi sulla faccia della terra, nn per questo nn la consideriamo una conquista "acquisita" dal genere umano). Credo che il discorso vada visto in termini molto ampi; sicuramente nei server di Facebbok ci sono tanti dati "inutili" equiparabili alle ricette della nonna - e credo anche valanghe di dati MOLTO più inutili!!!. Pensiamo però ad altre forme più "alte" di informazione condivisa (es: Wikipedia), in questo caso la valutazione sull'utlità generale cambia.
Se sarà positiva, negativa ,accettata, osteggiata o rifiutata la digitalizzazione più o meno colletiva e pubblica delle nostre memorie sarà una valutazione cui , a mio avviso, ognuno nel nostro piccolo potrebbe dare una risposta. Le risposte che daremo oggi influenzeranno il nostro futuro prossimo.
Ghirosky
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